Chitarra grande amica, visto il prematuro dileguarsi del clarinetto, mi è così rimasta la sola passione. Maturata attraverso le lezioni scolastiche e qualche sporadica suonata con musicisti in erba, approda alla prima consacrazione del palco. Il lontano 1983: ancora studente di scuola media di un paesello che conta, d’inverno, non più di 450 anime, mi imbattei nella fatidica cantina sonante. Grazie anche a Giacinto, coetaneo percussore di padelle e pentolame, faccio l’ingresso nel gruppo dei “Blue Jeans” capitanati dai fratelli Venanzioli (basso e chitarra) e dallo special guest alle tastiere Mariosalpaesevicino.
La prima impressione, oltre al grande frastuono, era l’odore stantio che si propagava, ma certamente all’inizio la bellezza della musica. Mi fu data una chitarra elettrica che un po’ per emozione, un po’ perché non c’era tracolla, suonai seduto per le prime settimane.
Repertorio importante con pezzi di Santana, PFM e tanti altri che mi si aprivano alla scoperta.
Poco dopo riuscii ad avere una chitarra tutta mia: Clarissa imitazione Gibson Diavoletto… Che mio nonno contribuì,unico sostenitore della mia menestrella arte, a farmi avere.
Insomma il gruppo cresce, il repertorio è sempre più affinato, si aggiunge la cantante AnnaPanna ed è ormai vicino il giorno del debutto.
Le feste patronali ci permettono di avere uno spazio tutto nostro e di scintillare sul palco. Giacinto una camicia nera sul petto ancora glabro, io completo giallo… Si monta tutto, primo soundcheck/ un medley anni 60 che funzionava benissimo, AnnaPanna che ripartisce cosciotti insaccati a rete da uno spacco mozzafiato. I fratelli Venanzioli con la capigliatura phonata come da festa finalmente pronti al via.
La piazza si riempie, l’emozione sale, le luci, il via. Giacinto stacca il tempo, un cenno di intesa ci lega tutti e ci farcisce con il sorriso di AnnaPanna. Un du tre, crash e parte il pezzo. La foga di Giacinto fa partire il crash oltre la batteria, si va ad adagiare verso il palco: gli occhi di noi tutti seguono la caduta del piatto. Un secondo dopo il silenzio.. La voce di AnnaPanna risuona sola sulla piazza silenziosa. Il piatto di Giacinto ha tagliato il cavo che portava l’audio al mixer.
Un esordio coi fiocchi.