Doveva essere agosto, agosto di quasi 30 anni fa. Prima era di mio fratello, ma lui non é mai stato troppo attento. Appariva lucida e misteriosa. Certamente la sua voce non era quella che avrei conosciuto dopo, ma sarebbe stato impossibile poter ottenere qualcosa di meglio. Accanto a lei, una specie di flauto di pan che emetteva sonorità molto in disaccordo una con l’altra. 6 buchi, 6 suoni. Ma in fondo tutto quello non servì molto quando l’abbracciai per la prima volta. Imbarazzato non sapevo quale fosse il lato giusto per prenderla, gamba sinistra, gamba destra, ma con certezza iniziai a prendere confidenza con le sue curve e le mie mani si muovevano decise, a conoscere, esplorare quel mondo che da in poi mi sarebbe stato svelato. La marca?
Credo fosse coreana.